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Svolta aziendale in Francia. Postini ko per lo stress
07 giugno 2008
Portate per anni a esempio di efficienza, a ovvio detrimento della storica lentezza di quelle nostrane, anche le Poste francesi cominciano a perdere colpi. Non sul recapito, che resta ancorato a standard di eccezionale prestanza, ma sulla qualità della vita dei dipendenti. Lo stress è diventato un compagno di lavoro dei postali d'Oltralpe da quando il servizio non è più in monopolio, ed è partito il piano di ristrutturazioni e tagli al personale.
Il risultato è un aumento della malattia, dato per buono l'assunto che l'assimilazione con i colleghi italiani non abbia ancora trapiantato l'assenteismo.
La risposta dell'azienda, comunque, è stata la creazione di un Osservatorio della Salute. Secondo uno studio pubblicato dal quotidiano Le Monde, nel centro finanziario delle Poste a Lilla, nel nord, tre dipendenti su quattro soffrono di «stress professionale elevato».
Se il livello di stress assurge a "iperstress" fra gli impiegati (42%) non risparmia neppure i dirigenti (il dato statistico è che uno su quattro ne è colpito). Ad ordinare lo studio è stato, ad inizio anno, il presidente Jean-Paul Bailly. Le risposte aiutano a capire il disagio: i dipendenti fanno fatica a vivere e a capire i cambiamenti di un'impresa che da 10 anni è in ristrutturazione permanente. Che non è più in situazione di monopolio, che deve riorganizzare i propri servizi di consegna e di gestione finanziaria, che devono far fronte a una pressione commerciale e a un atteggiamento dei superiori che prima erano sconosciuti. In più, la stragrande maggioranza si lamenta della monotonia dei compiti.
LA PROVINCIA DI COMO – 6-6-08 pagine d'europa