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Segnalazione/parere (terza parte)

26 giugno 2007

Conseguentemente, l’entrata in vigore del citato decreto del Ministero delle Comunicazioni ha portato ad un netto miglioramento del conto economico di Poste, come emerge chiaramente dei dati contabili sino ad oggi disponibili e relativi al 2006: “[c]on riguardo ai risultati di Poste Italiane SpA, la crescita è trainata dai maggiori ricavi da mercato della Corrispondenza, in crescita del 2,6% (+ 95,5 milioni rispetto al 2005), determinata dall’introduzione del prodotto Posta Massiva dedicato alla clientela business e, in misura marginale, anche dagli effetti della manovra tariffaria del maggio 2006”. [Cfr. Comunicato stampa di Poste del 26 marzo 2007, disponibile sul sito internet della stessa società.] A tale riguardo, l’Autorità, osserva che, sotto il profilo concorrenziale, il miglioramento della situazione finanziaria del gruppo Poste deve derivare in primo luogo dal raggiungimento dell’obiettivo di contenimento dei costi basato su una maggiore efficienza, piuttosto che da aumenti dei prezzi dei servizi fruiti dalla collettività [In merito, la Corte dei Conti ha rilevato come soltanto nel 2005 è stata per la prima volta raggiunto tale obbiettivo e come vi siano ancora ampi spazi di miglioramento. Anche la Commissione europea ha rilevato come in capo agli operatori storici via sia ampio margine per ridurre i costi e assicurare una gestione interna efficiente. Documento della Commissione COM(2006) 596 def. cit]. Peraltro, appaiono individuarsi ulteriori problematiche di carattere concorrenziale anche con riguardo alle nuove modalità di tariffazione, differenziate per area geografica di destinazione. Pur senza porre in discussione l’uniformità tariffaria per la clientela retail, che trova allo stato giustificazione nelle esigenze del servizio universale, si evidenzia che il rapporto relativo fra i livelli tariffari fissati dal decreto ministeriale per le componenti di domanda business e retail potrebbe avere come effetto quello di determinare un vantaggio competitivo per Poste nella prospettiva della liberalizzazione del settore, a fronte di un consistente aumento dei prezzi per la clientela al dettaglio. Con riferimento poi alla definizione, da parte di Poste Italiane S.p.A., di Condizioni Tecnico Attuative per l’accesso alla rete postale che prevedono oneri in materia di standardizzazione del prodotto, prelavorazione della corrispondenza in funzione della località di destinazione finale, raggruppamento della corrispondenza consegnata in base a criteri di omogeneità, si deve osservare quanto segue. In linea generale, l’Autorità sottolinea la particolare importanza, in un contesto di transizione verso un assetto liberalizzato del settore, che le disposizioni regolamentari siano finalizzate a creare le precondizioni per lo sviluppo competitivo del mercato. A tale riguardo, l’Autorità osserva che, in primo luogo, il Decreto Ministeriale in oggetto appare demandare un’eccessiva discrezionalità in capo a Poste Italiane nello stabilire le condizioni tecniche alle quali è subordinata l’applicazione della tariffa di posta massiva. In proposito, l’Autorità deve ribadire quanto già affermato, in passato, sulla inopportunità di misure regolamentari che creino nell’operatore dominante incentivi a sfruttare abusivamente il proprio potere di mercato nei confronti di operatori che competano con tale operatore nella prestazione dei servizi liberalizzati, da un lato attuando misure escludenti nei confronti dei concorrenti, dall’altro accentuando i legami con i clienti finali di modo da non compromettere il proprio posizionamento sul mercato. In secondo luogo, l’Autorità rileva che, da un punto di vista antitrust, i procedimenti di omologazione da parte dall’operatore in monopolio legale e in posizione dominante in tutta la filiera della gamma dei servizi postali offerti incentivano comportamenti abusivi della concorrenza e rischiano di creare un quadro concorrenziale fortemente distorto. In questa prospettiva, sarebbe, pertanto auspicabile che, come accade in altri settori regolati, la gestione delle procedure di standardizzazione e omologazione sia più correttamente demandata al soggetto regolatore, che opera in posizione di terzietà e neutralità rispetto a tutti gli operatori sul mercato. In terzo luogo, l’Autorità osserva che, nella misura in cui l’applicabilità delle tariffe di posta massiva è funzione del rispetto delle suddette Condizioni tecnico Attuative definite da Poste solo in una fase successiva all’emanazione del decreto tariffario, la dovuta corrispondenza tra i costi di utilizzo della rete postale e le suddette tariffe non appare sufficientemente verificabile. In un contesto in cui l’accesso alla tariffa di posta massiva è essenziale alle imprese concorrenti della stessa Poste Italiane al fine di potere offrire sul mercato servizi a condizioni competitive, tale verificabilità appare necessaria al fine di garantire che, nel rispetto del principio concorrenziale di orientamento ai costi, previsto sia nelle direttive comunitarie sulla liberalizzazione del settore postale che nella normativa nazionale, gli oneri del processo di efficientamento di Poste, processo di per sé più che auspicato da parte della scrivente Autorità, non vengano indebitamente ribaltati sugli operatori. Se così fosse, infatti, questi ultimi si troverebbero a dover conformare il proprio processo produttivo alle caratteristiche tecniche richieste da Poste senza ricevere un adeguato ritorno economico, il che appare contrario alle finalità del processo di liberalizzazione. In conclusione, in base alle considerazioni più sopra esposte, la scrivente Autorità auspica che il Ministero delle Comunicazioni, in qualità di Autorità di Regolamentazione del settore postale, da un lato ponga in essere le necessarie verifiche in relazione all’effettiva compatibilità con i principi concorrenziali delle tariffe massime attualmente previste dal decreto del 12 maggio 2006, dall’altro individui correttivi alla regolamentazione vigente in modo da eliminare le evidenziate incoerenze di queste con il perseguimento di un assetto maggiormente competitivo del settore, in particolare garantendo un quadro di regole certe e non discriminatorie che creino i necessari incentivi negli operatori in vista della auspicata e non procrastinabile scadenza per la liberalizzazione del settore postale. IL PRESIDENTE Antonio Catricalà

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