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Governo Gb vuole privatizzare le Royal Mail, forse sbarco Borsa Bisogna risanare i conti e non vuole aumentare imposte

16 giugno 2010

Qualunque cosa in Gran Bretagna pur di non aumentare le tasse, perfino la possibile privatizzazione delle Poste, le Royal Mail che sono uno degli stessi simboli del Regno nell'immaginario collettivo. Questa l'ultima ipotesi cavata fuori dal cilindro dal nuovo governo formato da conservatori e liberal democratrici, e che fin dalla vittoria elettorale, lo scorso maggio, che ha messo termine a un lungo periodo di guida dei laburisti, ha visto il tema del risanamento dei conti pubblici in cima alle priorità. Il problema è che l'esecutivo non vuole aumentare le tasse, e finora le misure di risanamento individuate riguardano solo tagli alla spesa. Ma la portata dell'aggiustamento necessario è notevole e diversi osservatori hanno avvertito che compierlo solo con tagli alla spesa rischia di assestare un colpo durissimo all'economia. Quindi spuntano fuori le privatizzazioni, e tra le prime ad essere ipotizzate c'è quella delle Poste. A farlo, riporta il Daily Telegraph, è stato lo stesso ministro delle Poste Ed Davey, lasciandosi peraltro una certa flessibilità sull'eventuale procedura. Si potrebbe fare con una quotazione in Borsa, che potrebbe raccogliere fino a 9 miliardi di sterline, oppure tramite un investimento diretto di un altro operatore del settore, oppure perfino mediante una cessione di quote a gruppi a controllo privato (private equity). E comunque, ha avvertito Davey, così come stanno le Royal Mail non possono reggere: accusano una "combinazione letale" fatta da cali del fatturato e un buco nel fondo pensionistico dei dipendenti: questa situazione richiede nuovi investimenti. L'ultima privatizzazione nel Regno è relativamente recente, risale al 2006, un gruppo attivo sui sistemi di difesa, la Qinetiq, che fruttò 1,3 miliardi di sterline. Più addietro le grandi campagne di privatizzazione avvennero a metà degli anni '80, con British Gas e British Telecom. Ma la questione delle privatizzazioni per contribuire al risanamento dei conti, magari per alleggerire il debito pubblico, non riguarda solo la Gran Bretagna: ieri il governo francese ha annunciato che venderà 1.700 tra castelli, palazzi e caserme di proprietà pubblica. Roma, 11 giu. (Apcom)

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