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DPEF/ RILANCIARE PRIVATIZZAZIONI CON POSTE, FINCANTIERI, TIRRENIA
16 giugno 2008
Impegno prioritario per Alitalia. In lista anche il Poligrafico
Poste Italiane, Fincantieri, Tirrenia, Istituto Poligrafico e naturalmente Alitalia. Sono queste le società da cui il governo vuole ripartire per un rilancio del processo di privatizzazioni "sostanzialmente interrotto" dal 2006. Un impegno contenuto nel Dpef 2009-2013, secondo cui "in primo luogo l'impegno del governo è quello di completare la privatizzazione di Alitalia".
L'esecutivo, si legge nel Documento di programmazione economico finanziaria, "conferma la volontà di procedere in tempi brevi ad attivare procedure di parziale o totale disimpegno dal capitale di due importanti aziende pubbliche: Fincantieri e Tirrenia". Per Fincantieri "il governo ritiene opportuno procedere tempestivamente al collocamento sul mercato di una quota di minoranza del capitale", ma non scenderà sotto il 51% "considerato il ruolo strategico" dell'azienda e, in ogni caso, la vendita di quote del capitale dovrà "rafforzare la presenza del gruppo sui mercati internazionali". Per Tirrenia, invece, l'esecutivo punta ad "attivare tempestivamente, anche in coerenza da quanto previsto con la Finanziaria 2007, un processo di privatizzazione". È prevista un'analisi della situazione per poi definire "le modalità di cessione".
Poste Italiane e il Poligrafico sono invece società direttamente controllate dallo Stato e per queste aziende il processo di privatizzazione sarà avviato "nei prossimi anni e al verificarsi di certe condizioni" come il "superamento di eventuali vincoli normativi" e "l'implementazione di piani di ristrutturazione". Inoltre il governo non esclude anche per la Sace "un percorso che preveda, direttamente o indirettamente, un rilevante intervento da parte dei soggetti privati".
La stagione delle privatizzazioni, spiega poi il Dpef, si è interrotta anche perchè "la quota in possesso del ministero dell'Economia per le società direttamente detenute (Eni, Enel, Finmeccanica) è ormai prossima alla soglia del 30%" ed "eventuali ulteriori cessioni di pacchetti azionari, che avrebbero l'indubbio beneficio di generare consistenti introiti in tempi relativamente brevi, esporrebbero il Paese al rischio di una perdita del controllo su aziende tra i principali attori a livello internazionale, operanti in settori strategici".
Roma, 20 giu. (Apcom) -