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Il Cav. immola le Poste al dialogo con l'opposizione

30 maggio 2008

Il Governo Berlusconi ha scelto di nominare alla Presidenza di Poste Italiane l’ex sindacalista dei postelegrafonici CISL, Giovanni Ialongo, in omaggio alla strategia del dialogo con l’opposizione. La nomina sarebbe stata in effetti concordata su iniziativa di Gianni Letta con Walter Veltroni a cui occorreva ingraziarsi Franco Marini in chiave anti dalemiana. Non a caso uomini vicini a Massimo D’Alema hanno fatto saper di non condividere la designazione. La decisione lascia perplessi per il merito e per l’effetto “segnaletico” che ne consegue. Nessuno discute il metodo del dialogo e anzi la nuova stagione berlusconiana ha il pregio di avere saputo avanzare su questa strada rompendo contrapposizioni antiche e superate. Occorre però ribadire con forza che il dialogo non si applica ai contenuti, al merito delle questioni. Su questi aspetti il dovere dei leader del centro destra è di non tradire il mandato degli elettori che hanno votato per la riforma e il rinnovamento. La decisione di affidare la presidenza di un’azienda cruciale come Poste italiane a un rappresentante dell’opposizione, e per di più un sindacalista aziendale, appare, invece, come una totale remissione degli obiettivi proposti. E’ una scelta che ha sapore di restaurazione e di conservazione. Coerentemente, nelle prime dichiarazioni il neo presidente ha ribadito che la sua designazione rappresenta la linea della continuità. Purtroppo la continuità è proprio ciò di cui Poste potrebbe fare a meno. L’azienda dovrà affrontare la liberalizzazione sancita dalla direttiva UE che entrerà in vigore già nel 2010. A questa sfida Poste si presenta ancora oggi con scarsa qualità e alti costi del servizio di recapito, dovuta alla storica inefficienza gestionale e sovrapposizione delle reti di recapito della corrispondenza e dei pacchi, come evidenziato anche dal recentissimo Rapporto del Gruppo di lavoro sulla liberalizzazione del mercato postale, istituito dal Ministero delle Comunicazioni. Per altro Poste italiane dovrà colmare il forte ritardo nel settore corriere espresso, pacchi e logistica dove le alleanze internazionali sono cruciali per vincere la sfida concorrenziale e dove i nostri principali competitori europei si sono mossi già da tempo. Infine occorrerà che Poste rilanci e completi la valorizzazione dello straordinario patrimonio costituito da Bancoposta dalle enormi potenzialità, senza vantaggi o sussidi “impliciti”, ma in un’ottica di sana e corretta concorrenza con il sistema bancario, che accresca il benessere degli utenti e dei consumatori. In questa prospettiva una decisone quale quella adottata ieri, pur apprezzabile per la conferma dell’Amministratore delegato, non costituisce il migliore viatico per una politica di rinnovamento, e non lascia ben sperare per tutto il delicato comparto della pubblica amministrazione su cui il segnala dato ieri non potrà che avere ricadute dannose. Raccomandate e raccomandati Di Cicero 30 Maggio 2008 L'OCCIDENTALE

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