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Le Poste inglesi restano pubbliche ma parte il riassetto

31 gennaio 2008

Il Governo Brown, seguendo i piani approvati dal suo precedessore Blair, ha varato un piano di tagli al personale e di riduzione del numero degli uffici Insieme all’autobus a due piani, al panciuto taxi nero con i predellini, alla cabina del telefono, è uno dei simboli immediatamente riconoscibili della Gran Bretagna: la cassetta della posta, color rosso fiammante, con la scritta ERVIII stampata sopra (sta per Eduardus Rex the Seventh). Un’icona di successo, al punto che un suo modellino, trasformato in minisalvadanaio, è tra gli oggetti da sempre più acquistati dai turisti nei negozi di souvenir di Londra. Ma anche per la Royal Mail, la Posta Reale, è venuto il momento di cambiare, e il cambiamento non sarà indolore. Una delle poche aziende statali che sfuggirono all’ondata di privatizzazioni lanciate da Margaret Thatcher negli anni Ottanta, la Posta rimane una società pubblica controllata dal governo. Questo, almeno per il momento, pare destinato a restare immutato. Il resto no. Il governo di Gordon Brown, seguendo piani approvati da quello del suo predecessore Tony Blair, ha varato un programma di riforme che prevede tagli del personale, chiusura degli uffici postali di campagna e di località isolate, modernizzazione dei servizi. I sindacati, accusando il governo di volere salari troppo bassi e orari "da schiavi" per i postini del regno, hanno già incrociato le braccia una volta l’autunno scorso, con tre giorni di sciopero e promettono altre interruzioni del lavoro a singhiozzo. Il premier Brown non demorde: "Non ci sono giustificazioni per queste proteste, occorre un accordo per adeguare le poste alle esigenze del ventunesimo secolo". La Royal Mail, in verità, è già cambiata non poco negli ultimi due decenni. Non si limita più a recapitare lettere e cartoline, 84 milioni al giorno il totale, attraverso i suoi 14.376 uffici postali sparsi per il paese: con notevole precisione, nonostante qualche lamentela su ritardi e lettere smarrite, se si pensa che la maggior parte della popolazione paga tutte le bollette per posta. Ma negli uffici postali si può fare molto altro: aprire libretti di risparmio, acquistare titoli, fare investimenti, cambiare valuta, per quel che riguarda i servizi bancari; e poi acquistare cancelleria, libri, dvd; fare polizze vita, sulla macchina, sugli animali domestici; firmare contratti per abbonamenti alla tivù via cavo, a Internet e di telefonia mobile. E ancora: la Royal Mail offre servizi di marketing, di posta elettronica, di consegna a domicilio personalizzati. Anche per questo ha raggiunto un fatturato annuo di oltre 9 miliardi di sterline, pari a circa 13 miliardi di euro, con un attivo di quasi 450 milioni di euro nel 2007. Non è ancora abbastanza, sostiene però il governo: il servizio deve progredire e puntare a una maggiore efficienza. ENRICO FRANCESCHINI

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