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Istituto Bruno Leoni: “l’eterno ritorno dei problemi postali”

21 ottobre 2007

Gli organi di stampa hanno dato risalto alla segnalazione del 18 ottobre al governo dell’Autorità Antitrust in tema di sovvenzioni pubbliche per il recapito agevolato di giornali e riviste le quali sono erogate direttamente ed esclusivamente a Poste Italiane nonostante sia un servizio soggetto a libera concorrenza. Nessuno però ha sottolineato che il problema del carattere distorsivo delle agevolazioni tariffarie per l’invio delle stampe editoriali era già stato notato, affrontato e risolto nel 1996-98, durante il primo governo Prodi; infatti, nel testo della finanziaria presentato dal governo al Parlamento nel settembre 1996, 11 anni fa, era stata introdotta una norma che prevedeva la cancellazione delle tariffe agevolate. Che fine ha fatto quella norma? Come è stato possibile che sia scomparsa, lascianodoci oggi in una situazione invariata rispetto al 1996? Si tratta di “un esempio molto interessante di come non si fanno le riforme in Italia (grandi, medie o, come questa, piccole) e si riescono a disfare le poche fatte”, che viene raccontato nel nuovo “Occasional Paper” (PDF) dell’Istituto Bruno Leoni da Ugo Arrigo, professore di Finanza Pubblica all’Università di Milano-Bicocca ed all’epoca consulente economico presso la Presidenza del Consiglio e collaboratore del Sottosegretario Piero Giarda. In “L’eterno ritorno dei problemi postali” Arrigo racconta e spiega come un vasto consenso “multipartisan” sia riuscito a fare piazza pulita dell’unico tentativo di rimediare ad una situazione distorsiva al punto da essere paragonabile “all’ipotesi che gli incentivi per la rottamazione delle auto siano concessi a chi compra una macchina nuova ma solo se prodotta da una determinata casa automobilistica”. “Questa bellissima testimonianza di Ugo Arrigo“, spiega Alberto Mingardi, direttore generale dell’IBL, “fornisce un esempio inquietante di come troppo spesso in Italia il conservatorismo degli interessi prevalga su riforme di buon senso, equità e libertà. Ben venga la nuova segnalazione dell’Antitrust: speriamo, stavolta, non manchi il coraggio di cambiare”. EUROFINANZA.IT 31-10-2007

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