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GB: ok privatizzazione Royal Mail, 10% a lavoratori
21 ottobre 2010
LONDRA - Royal Mail, si cambia. Il servizio postale di Sua Maestà sarà infatti privatizzato. A presentare il piano che porterà lo Stato britannico a privarsi di una delle sue ultime grandi aziende - era dall'epoca Thatcher che un tale colosso non approdava sul mercato - è stato il Liberal-Democratico Vince Cable, ministro per le attività produttive. "Sono misure importanti - ha detto - perché assicureranno servizi fondamentali per cittadini e imprese". La "ricetta" prevede anche il passaggio del 10% del futuro pacchetto azionario ai lavoratori del gruppo - che attualmente conta 176'000 impiegati.
I sindacati, dal canto loro, non vedono di buon occhio l'epocale passaggio e sostengono che, al termine del viaggio, i cittadini pagheranno di più e ci saranno tagli ai posti di lavoro. Cable, però, ha fatto intendere che non vi sono margini di manovra ulteriori. "Royal Mail - ha sottolineato - è in una posizione difficile, è inutile nasconderlo: il volume delle consegne sta diminuendo, la compagnia marca un deficit di miliardi, è meno efficiente dei suoi concorrenti e ha un bisogno urgente di investimenti". Bisogno che contrasta con i conti in rosso dello Stato. La via dei capitali privati sembra dunque l'unica possibile per mantenere in piedi l'azienda.
Il governo, per rendere possibile la privatizzazione, si farà carico del pacchetto pensioni dei lavoratori, valutato al momento a 10,3 miliardi di sterline. La formula, ha detto ancora Cable, garantirà ai lavoratori "una compagnia stabile, la partecipazione azionaria al futuro business e alla messa in sicurezza della loro pensione. Escluderà inoltre il rischio di un costoso salvataggio da parte dei contribuenti". Detto questo, modi e tempi sono ancora incerti. La privatizzazione di sicuro non avverrà prima della prossima estate, ha spiegato il ministro. "Il governo - ha proseguito - sta poi valutando se procedere con l'approdo alla borsa o la vendita a un investitore strategico".