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Polizze dormienti, occasione mancata.

29 dicembre 2009

«Chiederò ancora di cambiare la legge» Ania «Svegliate le polizze dormienti» Salta l' emendamento sblocca-rimborsi. Compagnie e consumatori: ora si rimedi Per «una svista», dice il governo. «Scarsa tecnica legislativa», ribatte l' Ania, che riunisce le compagnie assicurative. Alla fine, e in contrasto con quanto dichiarato il 4 ottobre da Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo e presidente del Consiglio nazionale consumatori e utenti (Cncu), l' emendamento alla legge 166/2008 non è entrato, la settimana scorsa, in Finanziaria. Era atteso da decine di migliaia di risparmiatori, privati dei rimborsi delle polizze vita dal cosiddetto «decreto Alitalia». «Riproporrò l' emendamento, riscritto, nel decreto Milleproroghe entro fine anno, o al più tardi a gennaio, nel decreto Sviluppo», annuncia ora Saglia. «Speriamo che la situazione si risolva in fretta», si augura l' Abi, l' associazione delle banche. «Una chiarificazione normativa sarebbe opportuna», concorda l' Isvap, l' istituto che vigila sulle assicurazioni. L' emendamento «saltato» è quello che avrebbe dovuto sanare il pasticcio delle polizze dormienti. Lo chiedevano da mesi associazioni dei consumatori, Ania, Abi e Poste Vita, per risolvere la grana della retroattività della legge 166. È quella che dice che le assicurazioni sulla vita decadono se non vengono reclamate entro due anni dalla morte del titolare. I soldi non vanno più, insomma, ai beneficiari, ma al Tesoro, nel Fondo per le vittime delle frodi finanziarie. Il guaio è che la legge è retroattiva: a tutto il 2005. Solo alle Poste si parla di 30 milioni di euro di rimborsi andati in fumo. L' unico rimedio è cambiare la legge e il primo veicolo utile era la Finanziaria. Sembrava fatta, invece no. A pasticcio si è aggiunto pasticcio. Il 4 ottobre Saglia aveva espresso, in un comunicato, «soddisfazione per l' emendamento in Finanziaria in merito alle polizze dormienti». Proprio Saglia aveva anche scritto al ministro Giulio Tremonti perché intervenisse. E l' emendamento (anzi, tre) risultava in effetti presentato, dalla maggioranza parlamentare. Ma alla fine la correzione sulle polizze dormienti, nella Finanziaria, non è entrata. «Nessun motivo politico - dice Saglia -. Per i presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze si è trattato di una svista, dovuta alla modalità di presentazione». Secondo l' Ania e l' Abi, però, non solo l' emendamento è stato respinto perché «reputato inammissibile dal punto di vista ordinamentale», ma «anche se fosse stato approvato non avrebbe cambiato niente - dice l' avvocato Francesco Nanni, direttore degli affari giuridici dell' associazione guidata da Fabio Cerchiai -. Non sarebbe andato incontro alle esigenze degli assicurati». Perché? Perché diceva, sì, che la legge sulle polizze dormienti non sarebbe stata più retroattiva: «Fatti salvi», però, «gli importi già versati al fondo». Insomma, non si sanava un bel niente delle situazioni pregresse. I milioni di euro già finiti al Tesoro non sarebbero, comunque, tornati indietro. L' incongruenza è stata segnalata anche da Altroconsumo in una nota del 9 dicembre, quando ancora non si sapeva dello stop in Finanziaria. Fra l' altro, nel comunicato di Saglia del 4 novembre, era scritto che la prescrizione sarebbe stata di un anno, anziché i due attuali: un errore, probabilmente, che ha aggiunto confusione. «Continuo a sperare in una revisione della legge, lo spazio per introdurre la modifica c' è ancora», dice Claudio Raimondi, direttore marketing di Poste Vita, che conta 5-6 mila polizze in prescrizione (per stare ai casi noti) e deve rispondere ogni giorno a 20-30 clienti che chiedono i propri soldi. Sulla stessa linea l' Abi e l' Ania: «Riteniamo che la retroattività sia illegittima sul piano costituzionale», ribadisce Nanni. Va abolita. «L' importante è che la situazione si risolva entro marzo», avverte Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. È in quel mese, infatti, che le compagnie devono comunicare al Tesoro quanti soldi gireranno al fondo, perché non erogati per le polizze scadute. Il versamento, poi, avviene in maggio. Altroconsumo ha scritto una lettera a Tremonti e Saglia sull' «increscioso episodio» e chiede al governo di intervenire al più presto. L' alternativa, per i risparmiatori, è fare causa (alle assicurazioni e alle banche), ma bisogna sollevare l' eccezione di incostituzionalità. Ci vorrebbero anni. 23-12-09

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