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Quasi perfetta la qualità nel 2008. Ma è reale o percepita?
27 giugno 2009
I dati, sottoscritti dal ministero allo Sviluppo economico, riguardano ordinarie, raccomandate, assicurate e pacchi
Difficile spiegare la cosa, ad esempio, ai condòmini di via Rimini a Milano, che per lungo tempo si sono lamentati di Poste Italiane poiché non ricevevano la corrispondenza. Oppure alle numerose amministrazioni cittadine, come quella di Aosta, che hanno preso carta e penna (o magari le fasce tricolori) per protestare. Nell'errore pure il Coordinamento nazionale piccoli comuni italiani, le associazioni dei consumatori e i parlamentari che, con approccio bipartisan, hanno segnalato ritardi e problemi. Perché il servizio postale funziona. Parola del ministero allo Sviluppo economico.
Riferendosi al 2008, e forte dei risultati raccolti, il dicastero ha stabilito che sostanzialmente Poste italiane ha rispettato i parametri previsti dal contratto di programma. Dati alla mano, per sei voci su sette lo scostamento registrato è stato positivo, ossia la società ha fatto meglio di quanto stabilito come minimo.
Questi i valori ufficializzati per la posta non massiva, ossia per quella che una volta, più semplicemente, si definiva ordinaria. In base agli obiettivi di qualità, l'89% degli invii sarebbe dovuto essere consegnato nel giorno successivo alla spedizione (ossia nel “J+1”) e il 99% tre giorni dopo la caduta in buca (“J+3”). I rilievi a campione fatti propri dal dicastero sono risultati rispettivamente del 90,6% e del 99,7%, con uno scarto, superiore alla base, di 1,6% e 0,7%.
Meno bene è andata per le raccomandate, dove i paletti stabiliscono il 92,5% nel “J+3” e il 99% nel “J+5”. Gli esiti delle verifiche hanno dato 94,4% e 98,7%, ossia +1,9% e, ecco l'unico valore inferiore alle aspettative, -0,3%. “Una “lieve divergenza”, commentano dal ministero, “ampiamente compensata dal risultato conseguito sull'altro obiettivo”.
Virtuose pure le performance ottenute con le assicurate, che scontano gli stessi parametri delle più economiche raccomandate. Il 98,6% dei plichi ha raggiunto il legittimo destinatario entro i tre giorni dalla consegna allo sportello (a conti fatti, addirittura +6,1% rispetto al limite di accettabilità) e il 99,6% ha conseguito il medesimo scopo nei cinque giorni seguenti (+0,6%).
Anche per i pacchi -stando alle registrazioni- non vi sarebbe motivo per lamentarsi: l'impegno era di consegnarne il 94% nel “J+5”, ma i documenti mostrano il 95,84%, quindi un +1,84%.
Le verifiche sulla corrispondenza ordinaria vengono svolte dalla società Izi, mentre per le restanti, essendo spedizioni tracciate, ci si avvale dei dati forniti da Poste.
Forse, in sede di revisione dei criteri di verifica, varrebbe la pena introdurre il concetto di qualità… percepita, distinguendolo da quella reale.
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