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Le Carte prepagate? Costano troppo
16 aprile 2009
Indagine antitrust. «Entrino le società di telefonia mobile»
Commissioni di ricarica fino a 5 euro. Possibili risparmi per i consumatori con l'ingresso delle tlc
I costi delle carte prepagate sono «ancora elevati» se si considerano «gli strumenti offerti dal sistema bancario». Lo sottolinea l'Autorità garante della concorrenza e del mercato secondo la quale sono «possibili risparmi per i consumatori con l'ingresso nel mercato delle società di telefonia mobile nel settore dei micropagamenti». Sono gli elementi principali dell'indagine conoscitiva sul settore appena conclusa dalla stessa Antitrust. Per l'Autorità, inoltre, l'Italia risulta «ancora arretrata nell'utilizzo della moneta elettronica».
IN LINEA CON COSTI BANCARI - I costi delle carte prepagate sono «in linea con quelli degli altri strumenti di pagamento tradizionali come conti correnti e carte di credito», rileva l'Antitrust nelle conclusione dell'indagine sul settore, offerte dal sistema bancario, con commissioni di ricarica che possono arrivare fino a 5 euro. Per favorire una loro riduzione occorre sfruttare le potenzialità legate a un possibile ingresso, nel mercato dei pagamenti elettronici, degli operatori telefonici mobili che, con 80 milioni di carte, costituivano alla fine del 2007 la principale componente delle carte prepagate chiuse».
USA E GETTA - Dallo studio dell'Autorità emerge che nel mercato italiano si registra una domanda crescente di carte prepagate «aperte», tipicamente le carte bancarie o postali, grazie alle quali è possibile effettuare qualsiasi tipologia di pagamento: alla fine del 2007 l'insieme delle carte ricaricabili e «usa e getta» emesse da banche e Poste Italiane era pari a 5,8 milioni, con un aumento rispetto all'anno precedente del 30,1% e una crescita media annua, dal 2003, del 72,2%. L'incidenza di questo strumento nel settore delle carte di pagamento (il complesso delle carte di credito e di debito) per quanto ancora relativamente contenuta, è in continua crescita: era del 6,4% nel 2006, è arrivata al 7,8% alla fine del 2007, con un ruolo leader di Poste Italiane che copre quasi il 60% del segmento.
NUMERI - In base all'indagine a campione condotta dall'Antitrust su 33 istituti bancari e Poste Italiane, emerge che lo stock di prepagate è costituito per poco meno di 3,9 milioni da carte nominative ricaricabili e per il restante (poco più di 900.000) da carte al portatore non ricaricabili (usa e getta). Nel 2006 si sono registrate più di 25 milioni di operazioni di pagamento con carte prepagate presso Pos o su Internet, con transazione dal valore medio di 60 euro, a fronte di circa 12,4 milioni di prelievi presso gli sportelli Bancomat, per importo medio di 97 euro presso la propria banca e 105 euro presso gli altri istituti. Il valore caricato nelle carte prepagate bancarie è stato pari nel 2006, con riferimento ai principali operatori, a circa 3,5 miliardi di euro. Il costo annuo per il consumatore medio della carta prepagata «varia a seconda che il possessore della carta abbia o no un conto corrente presso una banca», riferisce sempre l'Antitrust sottolineando che «gli 80 milioni di carte prepagate telefoniche presenti in Italia rappresentano, per la loro ampia diffusione e per le tecnologie connesse, lo strumento attraverso il quale esercitare una positiva pressione competitiva nel settore dei pagamenti elettronici».
Gianni Santucci
CORRIERE.IT – 16-4-09
ROMA -