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SVIZZERA Sindacato della Comunicazione: "La Posta è nostra. Difendiamola!"

15 aprile 2009

Non si è fatta attendere a lungo la replica del Sindacato della Comunicazione al comunicato stampa diramato in mattinata dai vertici della Posta. Stamani la Posta ha divulgato la lista degli uffici che intende chiudere. La lista contiene 420 uffici a livello Svizzero, mentre in Ticino il loro totale è di 39, e non 103 come indicato nei giorni scorsi dal Sindacato della Comunicazione. La polemica sulle liste - “La Posta accusa il nostro sindacato di aver diramato degli elenchi fasulli” scrive Angelo Zanetti il quale in seguito, a nome del Sindacato della Comunicazione, ribadisce “che noi abbiamo sempre parlato di uffici ‘a rischio’. Ossia uffici che potevano rientrare nei piani previsti dall’azienda”. Polemica a parte la situazione è ora più definita. “Su un totale di 1'500 uffici a rischio, ora la Posta ne ha scelti 420. Questo è il dato di fatto. Senza dimenticare poi che il tutto non si fermerà con questa riorganizzazione”. Il Sindacato ricorda infatti che il trend rappresentato dalla chiusura degli uffici postali è iniziato nel 2007 con il progetto Yamgo che ha portato alla chiusura di 200 uffici. “Ora siamo arrivati a 620. Domani saranno il doppio dal momento che per la Posta 1'000 uffici rendono l’80%, altri 1’000 rendono il 17% e 500 solo il 3%” scrive Zanetti immaginando già ora quale potrà essere in seguito il futuro di quei mille uffici postali che rendono “solo” il 17%. “Questa è la realtà delle cose –afferma con forza il sindacato-. E malgrado tutto quanto raccontino, non vi è alternativa che può sostituire un vero ufficio postale”. Come le Officine FFS - “Solo la mobilitazione della popolazione potrà fermare tutto questo –si legge nella nota stampa-. Contrariamente a quanto sostiene il nuovo direttore Claude Béglé, non solo si deve politicizzare il problema ma si deve scatenare un vero e proprio conflitto così come è stato fatto per le Officine FFS di Bellinzona”. L’invito mosso oggi dal Sindacato alla popolazione è di “annegare in un mare di firme questo progetto” (www.retepostale.ch). L’appello “rifiutando ogni e qualsiasi dialogo con questi personaggi e a voler far intervenire il Cantone che dovrà portare a Berna protesta” viene però esteso a tutti i comuni toccati da questa ristrutturazione. 1° Maggio - “Ma l’aspetto più importante è che la popolazione, i rappresentanti dei comuni, i politici, le associazioni, la società civile insomma, esprimano la loro opposizione partecipando in massa al prossimo primo maggio che si terrà a Lugano” scrive il Sindacato annunciando lo slogan che guiderà la manifestazione: “contro la crisi: lavoro e sicurezza sociale”. Lo sguardo del Sindacato della Comunicazione si rivolge quindi in direzione dello Stato del quale si ricorda e si richiama la funzione sociale: “Chi se non lo Stato, in questo momento di crisi e attraverso le sue aziende, può mantenere e creare posti di lavoro offrendo nello stesso tempo un vero servizio pubblico su tutto il territorio nazionale?” Il comunicato odierno si conclude con un appello: “La Posta è nostra. Difendiamola”. Notizia del 15/04/2009 - 13:41 TICINOONLINE LUGANO –

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