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Fatture elettroniche presto a pieno regime

03 gennaio 2009

Il decreto anticrisi contiene diverse novità in materia di documenti digitali. Ma la più rilevante riguarda la possibilità, per alcuni tipi di documenti, di sostituire l'originale su carta o altro supporto non informatico, con una copia in versione informatica, mediante l'utilizzo della firma digitale. Di conseguenza, ci potrebbe essere una nuova accelerazione verso la fatturazione elettronica. Il decreto, infatti, è orientato a una riduzione dei costi amministravi grazie all'eliminazione della carta, secondo due filoni principali: rilevanti modifiche al codice dell'amministrazione digitale (dlgs n. 82/2005) e al regolamento per l'utilizzo della Posta elettronica certificata (dpr n. 68/2005). Se il rafforzamento della Posta elettronica certificata è solo la conferma di un caso, quello italiano, unico in Europa e forse nel mondo, è dalla spinta alla dematerializzazione che ci si attendono le vere novità. Nei commi 4 e 5 dell'articolo 16 del decreto, infatti, si rende di fatto possibile una conservazione sostitutiva dei documenti «originali analogici unici» a cura del detentore del documento cartaceo (o comunque a cura del responsabile della conservazione da lui nominato) che apporrà la sua firma digitale (e la validazione temporale a chiusura del processo). Sono previste eccezioni, che saranno indicate con un successivo decreto ministeriale, per le categorie documentali per le quali rimarrà un obbligo di conservazione dell'originale analogico o per i quali la sostituzione del documento analogico unico con la sua copia conforme digitale dovrà essere «certificata», a cura di un pubblico ufficiale. Insomma, la presenza del notaio diventa un'eccezione nei processi di dematerializzazione degli originali analogici unici e ci saranno rilevanti conseguenze per i processi di digitalizzazione di contratti, polizze assicurative e altre tipologie documentali per le quali ancora si nutrivano (immotivati) dubbi in merito alla loro possibile sostituibilità in digitale. E le fatture? Per le fatture, che non sono «documenti analogici unici», i dubbi in merito alla sostituibilità in digitale sono ancora più immotivati. Il motivo del relativo ritardo nell'adozione della fatturazione elettronica nel nostro paese è soprattutto, come spesso accade, di natura culturale. Ed è dovuto non in piccola parte alla «burocratizzazione» del rapporto tra aziende (e tra imprese e p.a.) che impongono, o imponevano finora, le normative. In un ecosistema di business in cui fino a oggi si era obbligati a mantenere cartacei un gran numero di documenti veniva naturale conservare in forma cartacea «anche» le fatture. Insomma, semplificando: se nei miei rapporti con il fisco devo comunque conservare in carta tutti i documenti, tanto vale che lo faccia anche per le fatture. Questo il ragionamento che spesso faceva l'imprenditore o il dirigente medio italiano. I nuovi provvedimenti in tema di materializzazione potrebbero quindi dare la spinta decisiva per abbattere quest'ultima barriera, quella culturale, che ha tenuto le imprese italiane ancora relativamente lontane dalla p.a.: le altre presunte barriere, come quella economica o tecnologica, sono infatti già cadute da tempo, come dimostrano tutte le ricerche in materia. Un'occasione per aiutare il sistema paese a imboccare quella strada della modernizzazione tanto importante per affrontare i nuovi scenari globalizzati, in particolare in una congiuntura economica delicata come quella attuale. ItaliaOggi Sette Numero 307 pag. 15 del 29/12/2008 | Indietro PROFESSIONISTI & TELEMATICA Di Claudio Ferrara

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