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Flussi 2005: Mail Express Poste Private aveva ragione!

14 settembre 2006

Il Tar accoglie il ricorso del servizio di poste private al quale fu impedito di accettare le raccomandate. L'amministratore: "Adesso chiederemo i danni a Ministero e Poste Italiane!" C'è voluto quasi un anno, ma alla fine Bachisio Ledda, amministratore della Mail Express Poste Private, si è preso la sua rivincita: la sua azienda poteva accettare le raccomandate per i flussi 2005 e ora chi lo ha impedito dovrà pagare… Come qualche lettore ricorderà, Mail Express Poste private salì agli onori delle cronache alla vigilia della pubblicazione dell'ultimo decreto flussi. Una circolare del ministero del Lavoro aveva stabilito che le domande sarebbero state presentate "mediante raccomandata spedita da Ufficio Postale" e l'azienda aveva deciso di entrare nella partita: la sua rete di uffici postali privati avrebbero iniziato ad accettare le raccomandate alla mezzanotte dopo la pubblicazione del decreto flussi, battendo quindi sul tempo gli sportelli di Poste Italiane. "Quando eravamo già pronti per partire - racconta Ledda - il Ministero del Lavoro specificò in un comunicato stampa che avrebbe accettato solo domande inoltrate tramite Poste Italiane, che intanto a sua volta ci aveva mandato una diffida. Per evitare disagi ai nostri clienti, bloccammo l'operazione, ma iniziamo una battaglia legale contro i ministeri del lavoro e delle Comunicazioni e contro Poste Italiane per veder riconosciute le nostre ragioni: abbiamo una licenza che, per quanto riguarda le raccomandate, equipara i nostri negozi agli uffici postali…". Da quello che sembrava uno scontro tra Davide e Golia, è uscita vincitrice la Mail Express Poste Private in franchising. "Il 28 dicembre scorso, il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso, spiegando che le domande per i flussi non sono atti amministrativi [che non possono essere recapitati dai servizi poste private n.d.r.] e quindi gli sportelli Mail Express Poste Private in franchising avevano tutte le carte in regola per accettarle. Siamo stati tagliati fuori ingiustamente!" Per ora i due ministeri e Poste sono stati condannati a pagare solo le spese legali, ma presto Mail Express Poste Private andrà a battere cassa per un risarcimento. "Chiederemo danni per centinaia di migliaia di euro. Non metteremo in conto solo i mancati introiti dovuti a quell'ingiusta esclusione, ma anche il danno di immagine che ne seguì". Ledda non ha ancora mandato giù quel boccone amaro: "Alcuni giornali ci hanno descritto come dei cialtroni che avevano fatto il passo più lungo della gamba. Invece, come dimostra questa sentenza, stavamo solo difendendo un nostro diritto. Non c'è niente di male a fiutare un buon affare, che dire allora dei 30 milioni di euro che sta per guadagnare Poste Italiane?" Proprio il progetto Eli 2 potrebbe essere il prossimo campo di battaglia per Mail Express. "Non riusciamo a capire perché veniamo esclusi dall' accordo con il ministero dell'Interno. Analizzeremo bene la situazione, studieremo cosa dice la legge e se ci saranno dei motivi per passare al contrattacco non ci tireremo certo indietro…".

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